
La carenza di forniture di resine epossidiche, poliestere e vinilestere, causata da un insieme di vari fattori (pandemia, tempeste invernali negli USA, blocco di Suez) continua a influenzare l’industria dei compositi. Le difficoltà della catena di approvvigionamento continuano a limitare la produzione, come evidente nelle tabelle sull’indice dei compositi riportate da Composites World che ha di recente condotto un’indagine su 144 produttori di compositi.
Degli intervistati, il 69% ha riferito di aver sperimentato o sentito parlare di carenze di approvvigionamento negli ultimi mesi; il 66% ha riferito di aver riscontrato problemi con i tempi di consegna; il 50% ha riferito di manodopera o carenza di manodopera; il 21% ha riferito un aumento del tasso salariale. Il 62% degli intervistati ha riferito che le resine erano un po’ più o molto più difficili da acquistare negli ultimi tre mesi. Poliestere e il vinilestere sono stati classificate come i tipi più difficili da reperire, seguiti dalla resina epossidica.
Tra gli intervistati, il CEO di Hexion, Craig Rogerson, ha riconosciuto che il forte freddo che ha colpito il Texas a febbraio ha interrotto il servizio idrico e la fornitura di materie prime all’impianto di bisfenolo A (BPA) dell’azienda, forzando la cessazione delle attività nello stabilimento. In reazione alle chiusure, molti produttori e distributori di resine hanno aumentato i prezzi sui prodotti epossidici, poliestere e vinilestere, giustificandoli con il significativo aumento dei costi per gli ingredienti chiave delle materie prime, l’imballaggio e il trasporto derivante dalle difficoltà causate dalla tempesta invernale.
Oltre alle resine, il 54% degli intervistati ha segnalato difficoltà nell’acquisizione di fibre, con la fibra di vetro in cima alla lista, seguita dalla fibra di carbonio. Tra i formati in fibra, il 51% degli intervistati ha segnalato difficoltà nell’acquisizione di roving; il 42% di fibre tagliate; il 35% di tessuto intrecciato; il 20% di nastro unidirezionale al 20%; il 14% di multiassiale al 14%. Il 43% ha segnalato anche difficoltà nell’acquisizione di materiali di base, in particolare schiuma.
Cosa sta causando tutti questi ritardi? Una domanda del sondaggio ha chiesto agli intervistati quali sono i fornitori citati come motivi per le interruzioni della fornitura: il 55% degli intervistati ha segnalato ritardi di spedizione non legati alle condizioni meteorologiche; il 48% ha segnalato una domanda insolitamente alta; il 35% ha riferito di condizioni meteorologiche avverse e tempeste invernali.
A quando un ritorno alla normalità? Il 27% degli intervistati ha affermato di aspettarsi che la situazione della catena di approvvigionamento torni alla normalità tra 16 settimane e il 41% ha affermato di non saperlo.