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La Commissione presenta un pacchetto di proposte sul Green Deal europeo

La Commissione ha presentato lo scorso 30 marzo un pacchetto di proposte sul Green Deal europeo per promuovere prodotti sostenibili, modelli imprenditoriali circolari e la transizione ecologica, che prevede, in attuazione del Piano d’azione per l’economia circolare:
  1. Nuove norme per rendere quasi tutti i beni fisici presenti sul mercato dell’UE più rispettosi dell’ambiente, circolari ed efficienti sotto il profilo energetico lungo l’intero ciclo di vita dalla fase di progettazione fino all’uso quotidiano, al cambio di destinazione e alla gestione del fine vita;
  2. Una nuova strategia per rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, che affronta le problematiche legate ai rifiuti tessili, alla distruzione dei tessili invenduti, ai diritti dei lavoratori.
  3. La promozione del mercato interno dei prodotti da costruzione per conseguire gli obiettivi climatici e di sostenibilità;
  4. Nuove norme volte a responsabilizzare i consumatori garantendo una migliore informazione sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e protezione dal “greenwashing”.
  1. Rendere i prodotti sostenibili la norma
La Proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili riguarda la progettazione dei prodotti, che genera fino all’80% dell’impatto ambientale durante il ciclo di vita e stabilisce nuovi requisiti per renderli più durevoli, riutilizzabili, aggiornabili, riparabili, più facili da mantenere, rinnovare e riciclare, ed efficienti sotto il profilo energetico e delle risorse. Inoltre i requisiti di informazione specifici per prodotto potranno dare ai consumatori la possibilità di conoscerne l’impatto ambientale.
Tutti i prodotti regolamentati saranno corredati dai cosiddetti passaporti digitali dei prodotti, che agevoleranno la tracciabilità delle sostanze lungo la catena di approvvigionamento, con la possibilità di introdurre anche l’etichettatura. La proposta prevede anche misure volte ad arrestare la distruzione dei beni di consumo invenduti, accrescere il potenziale degli appalti pubblici verdi e incentivare i prodotti sostenibili. Viene ampliato quindi il quadro di progettazione ecocompatibile esistente includendo una più ampia gamma di prodotti e di requisiti ai quali i prodotti dovranno conformarsi. I nuovi mercati così ottenuti genereranno opportunità economiche per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro, in particolare in termini di rifabbricazione, manutenzione, riciclaggio e riparazione. I requisiti per ciascun prodotto o gruppo di prodotti saranno definiti progressivamente dalla Commissione, in stretta collaborazione con tutte le parti interessate.
La Commissione ha anche adottato un Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica per il periodo 2022-2024 quale misura transitoria fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento, per coprire nuovi prodotti connessi all’energia e aggiornare le norme per quelli già regolamentati. Il piano di lavoro riguarda in particolare l‘elettronica di consumo (smartphone, tablet, pannelli solari), che rappresentano il flusso di rifiuti in più rapida crescita. La proposta comprende inoltre iniziative settoriali mirate.
Entro il 2030 il nuovo quadro potrà assicurare un risparmio di 132 Mtep di energia primaria, pari a circa 150 miliardi di m3 di gas naturale, quasi equivalenti all’importazione di gas russo nell’UE.
  1. Prodotti tessili sostenibili e circolari
Il consumo di prodotti tessili in Europa si trova al quarto posto per maggiore impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici dopo l’alimentazione, gli alloggi e la mobilità; si tratta inoltre del terzo settore in ordine di consumi per quanto riguarda l’uso di acqua e suolo e del quinto per l’uso di materie prime primarie.
La Strategia dell’UE per i prodotti tessili sostenibili e circolari mira a garantire che entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato dell’UE siano riciclabili e di lunga duratarealizzati il più possibile con fibre riciclateprivi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente.
Più nello specifico, la Strategia mira a rendere disponibili per i consumatori tessili di alta qualità che siano competitivi sul mercato, contrapponendosi alla “moda rapida”, con il rafforzamento dei servizi di riutilizzo e riparazione. I produttori dovranno quindi assumersi la responsabilità dei propri prodotti lungo l’intera catena del valore, anche una volta divenuti rifiuti, garantendo un riciclaggio innovativo delle fibre, mentre l’incenerimento e il collocamento in discarica dei tessili dovranno essere ridotti al minimo.
Le misure specifiche comprenderanno requisiti di progettazione ecocompatibile dei tessili, informazioni più chiare, un passaporto digitale dei prodotti e un regime di responsabilità estesa del produttore dell’UE. Sono inoltre previste misure per contrastare il rilascio di microplastiche dai tessili, garantire l’accuratezza delle dichiarazioni ecologiche e promuovere modelli di business circolari, compresi i servizi di riutilizzo e riparazione.
La strategia invita le imprese a ridurre il numero di collezioni per anno e ad agire per ridurre al minimo l’impronta ambientale e di carbonio, esortando gli Stati membri ad adottare misure fiscali favorevoli per il settore del riutilizzo e della riparazione.
La Commissione ha inoltre avviato un percorso di transizione per l’ecosistema tessile. Si tratta di uno strumento collaborativo per agevolare la ripresa dell’ecosistema dagli effetti della pandemia, che incoraggia azioni volte a rafforzare la competitività sostenibile, la digitalizzazione e la resilienza così come l’individuazione degli investimenti specifici necessari per tali priorità.
  1. I prodotti da costruzione di domani
Si parte da alcuni dati importanti: l’ecosistema edilizio rappresenta quasi il 10% del valore aggiunto dell’UE e impiega circa 25 milioni di persone in oltre 5 milioni di imprese. Il settore dei prodotti da costruzione include 430.000 imprese nell’UE con un fatturato di 800 miliardi di euro. Gli edifici sono responsabili di circa il 50% dell’estrazione e del consumo delle risorse, di oltre il 30% dei rifiuti totali prodotti ogni anno dall’UE, del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia.
La revisione del regolamento sui prodotti da costruzione mira a rafforzare e a modernizzare le norme in vigore e a creare un quadro armonizzato per le prestazioni ambientali e climatiche dei prodotti da costruzione, garantendo che i prodotti da costruzione siano progettati e fabbricati in base allo stato dell’arte per essere più durevoli, riparabili, riciclabili e più facili da rifabbricare.
La revisione semplificherà inoltre l’elaborazione di norme comuni europee, contribuendo a rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione del mercato interno e a una maggiore chiarezza per gli operatori. Infine, sono previste soluzioni digitali per ridurre gli oneri amministrativi per le PMI, tra cui la banca dati dei prodotti da costruzione e il passaporto digitale dei prodotti.
  1. Nuovi diritti dei consumatori e il divieto di greenwashing
La Commissione ha proposto di aggiornare le norme dell’UE a tutela dei consumatori per permettere loro di conoscere la durata prevista di un prodotto e la sua riparabilità. Inoltre, le norme rafforzeranno la tutela dei consumatori da dichiarazioni ambientali inattendibili o false e da pratiche ingannevoli sulla durabilità di un prodotto. In vista di tali obiettivi la Commissione ha proposto di modificare la Direttiva sui diritti dei consumatori per garantire:
  • Durabilità:  Se il produttore di un bene di consumo offre una garanzia commerciale di durabilità superiore a 2 anni, il venditore deve informarne il consumatore. Per i beni che consumino energia, il venditore dovrà informare i consumatori anche quando il produttore non fornisce informazioni sull’esistenza di una garanzia commerciale di durabilità.
  • Riparazioni e aggiornamenti: il venditore è tenuto a fornire informazioni sulle riparazioni, quale l’indice di riparabilità (se applicabile), o altre informazioni sulla riparazione messe a disposizione dal produttore, quali la disponibilità di pezzi di ricambio o un manuale di riparazione. Per i dispositivi intelligenti e i contenuti e servizi digitali il consumatore deve essere informato anche in merito agli aggiornamenti del software forniti dal produttore.
La Commissione ha proposto inoltre modifiche alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali, ampliando l’elenco delle caratteristiche del prodotto per includere l’impatto ambientale o sociale, la durabilità e la riparabilità e aggiungendo nuove pratiche considerate ingannevoli, quali la formulazione di una dichiarazione ambientale relativa alle prestazioni ambientali future senza includere impegni e obiettivi chiari e verificabili e senza un sistema di monitoraggio indipendente.
Le modifiche mirano a offrire certezza del diritto per i professionisti, ma anche ad agevolare l’applicazione delle norme nei casi relativi al greenwashing e all’obsolescenza precoce dei prodotti, incoraggiando la concorrenza verso prodotti più ecosostenibili.
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